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Dodecanneso :: Patmos
Photo by Jorgos Kapsalis - kapsa@tin.it
Patmos, gemma medievale del Dodecanneso. Andiamo alla scoperta dei segreti del monastero-fortezza di San Giovanni Evangelista, centro spirituale della 'Gerusalemme dell'Egeo', fra miti e leggende religiose e pagane...


La spirituale e vulcanica Patmos, importante luogo di culto della religione ortodossa e conosciuta anche come la Gerusalemme dell’Egeo, deve molta della sua fama al monastero-fortezza di San Giovanni Evangelista, costruito sulla collina più alta e quindi perfettamente visibile da qualsiasi punto dell’isola. Qui i monaci anacoreuti opposero l'ultima resistenza del cristianesimo all'inesorabile avanzata dell’islam.

All’interno della fortezza, oltre al monastero trovano posto un museo ecclesiastico con una importante collezione di preziosi oggetti sacri bizantini (comprese icone, gioielli, argenti e oreficerie liturgiche), e soprattutto una biblioteca contenente circa novecento tra manoscritti antichi e codici medievali, duemila volumi, milletrecento documenti storici, in particolare un vangelo di San Marco del VI secolo con lettere in oro e argento su pergamena purpurea.

La fortezza è un vero labirinto di arcate, cortili interni, chiostri, chiese, scalinate: la cinta muraria con i suoi torrioni e contrafforti conferisce al tutto l’aspetto di un castello. Al suo interno ancora vive una comunità di circa venti monaci ortodossi, diretti discendenti del fondatore Ossios Christodoulos (le cui reliquie sono qui conservate), il monaco che nel 1088 diede inizio ai lavori, eseguiti da maestranze provenienti da Costantinopoli con donazioni dell’imperatore di Bisanzio. I lavori iniziarono dalle solide mura di cinta e la leggenda vuole che nelle fondamenta sia sepolta una statua pagana di Artemide. Pare che esattamente in questo posto sorgesse nell’antichità un tempio dedicato proprio alla dea. Christodoulos decise di costruire l’imponente monastero proprio a Patmos per un motivo molto preciso: perseguitato dall'imperatore Domiziano su quest’isola nel 95 d.c si era infatti ritirato Giovanni il Divino ('In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio...') ed all'interno della grotta della 'triadiki', illuminato dalla visione del fuoco e dello zolfo, Giovanni aveva dettato al discepolo Prochoros il Libro delle Rivelazioni, contenente la suggestiva Apocalisse.

A partire dal medioevo le pareti della grotta furono poi coperte con affreschi ed icone. Nel corso del settecento diversi viaggiatori europei, soprattutto letterati inglesi, cominciarono a visitare l'isola, la grotta ed il suo monastero. Particolarmente imponenti ancora oggi le cerimonie e le processioni sull’isola in occasione della Pasqua ortodossa (quest’anno il cinque di Maggio), in assoluto la ricorrenza religiosa più importante della Grecia. Particolarmente celebre in questa occasione, all’interno del monastero di Patmos, il rito del niptiras, ovvero la lavanda dei piedi ai poveri praticata da parte dei monaci.


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