Patmos, gemma medievale del Dodecanneso. Andiamo
alla scoperta dei segreti del monastero-fortezza di San Giovanni
Evangelista, centro spirituale della 'Gerusalemme dell'Egeo', fra
miti e leggende religiose e pagane...
La spirituale e vulcanica Patmos, importante
luogo di culto della religione ortodossa e conosciuta anche
come la Gerusalemme dell’Egeo, deve molta della sua fama al
monastero-fortezza di San Giovanni Evangelista,
costruito sulla collina più alta e quindi perfettamente visibile da
qualsiasi punto dell’isola. Qui i monaci anacoreuti opposero l'ultima
resistenza del cristianesimo all'inesorabile avanzata dell’islam.
All’interno della fortezza, oltre al monastero trovano posto un museo
ecclesiastico con una importante collezione di preziosi oggetti sacri
bizantini (comprese icone, gioielli, argenti e oreficerie liturgiche),
e soprattutto una biblioteca contenente circa novecento tra manoscritti
antichi e codici medievali, duemila volumi, milletrecento
documenti storici, in particolare un vangelo di San Marco del VI secolo
con lettere in oro e argento su pergamena purpurea.
La fortezza è un vero labirinto di arcate, cortili interni,
chiostri, chiese, scalinate: la cinta muraria con i suoi torrioni
e contrafforti conferisce al tutto l’aspetto di un castello.
Al suo interno ancora vive una comunità di circa venti monaci ortodossi,
diretti discendenti del fondatore Ossios Christodoulos (le cui reliquie
sono qui conservate), il monaco che nel 1088 diede inizio ai
lavori, eseguiti da maestranze provenienti da Costantinopoli con donazioni
dell’imperatore di Bisanzio. I lavori iniziarono dalle solide mura
di cinta e la leggenda vuole che nelle fondamenta sia sepolta
una statua pagana di Artemide. Pare che esattamente in questo
posto sorgesse nell’antichità un tempio dedicato proprio alla dea.
Christodoulos decise di costruire l’imponente monastero proprio a
Patmos per un motivo molto preciso: perseguitato dall'imperatore Domiziano
su quest’isola nel 95 d.c si era infatti ritirato Giovanni il Divino
('In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo
era Dio...') ed all'interno della grotta della 'triadiki',
illuminato dalla visione del fuoco e dello zolfo, Giovanni aveva dettato
al discepolo Prochoros il Libro delle Rivelazioni, contenente
la suggestiva Apocalisse.
A partire dal medioevo le pareti della grotta furono poi coperte con
affreschi ed icone. Nel corso del settecento diversi viaggiatori
europei, soprattutto letterati inglesi, cominciarono a visitare l'isola,
la grotta ed il suo monastero. Particolarmente imponenti ancora oggi
le cerimonie e le processioni sull’isola in occasione della Pasqua
ortodossa (quest’anno il cinque di Maggio), in assoluto la ricorrenza
religiosa più importante della Grecia. Particolarmente celebre
in questa occasione, all’interno del monastero di Patmos, il rito
del niptiras, ovvero la lavanda dei piedi ai poveri praticata
da parte dei monaci. » Rodi:
Cavalieri di San Giovanni » Rodi
Medievale
|